ANIMATION WORLD MAGAZINE - ISSUE 5.05 - AUGUST 2000

Lettera A Un Maestro

di Giannalberto Bendazzi

© Art Today.

Caro Max,

Non ti scrivo approfittando dell'occasione di un tuo cinquantenario, centenario, compleanno: non l'avresti desiderato tu per primo, che eri si laureato in fisica matematica (e in una delle universite piu severe del mondo, la Normale di Pisa) ma non perdevi occasione per dire che la matematica e tutto salvo che schemi e rigidita.

Nascesti a Torino Il 7 ottobre 1924 como Giorgio Massimino-Garnier (attenzione all'accento: occorreva dire Garnierrnrr, ma tutti equivocavano la pronunzia francofona e dicevano Garnie; senza che tu perdessi tempo a correggerli; quanto al norme di battesimo, Giorgio fu subito relegato sui documenti ufficiali e fu diventasti universalmente Max). Desti il meglio di te a Modena, alla Paul Film. Moristi a Roma il 21 dicembre 1985.

Perche ti scrivo?

Perche sei stato una delle piu grandi figure dell'animazione italiana e anche internazionale degli ultimi cinquant'anni. E mentre il secolo e il millennio stanno per finire desidero che i giovani del tuo e mio mondo (l'animazione, appunto) lo sappiano e non ti dimentichino. Come invece sta succedendo, perche...Ma andiamo con ordine.

Nel 1954 fondasti a Modena, assieme a Paolo (Paul) Campani, la Paul Film. Lui disegnava, tu scrivevi testi e trame. Vi ingrandiste e faceste fortuna quando la Televisione di Stato, la RAI, invento la formula pubblicitaria detta "Carosello": un minuto e mezzo di puro spettacolo piu 30 secondi di "coda" pubblicitaria. Fu allora, dal 1957 in poi, che veramente nacque la piccola industria dell'animazione italiana: perchè il disegno animato divento il re di "Carosello", e voi della Paul, e poi Bozzetto, la Gamma Film, la Pagot, De Mas, Piccardo, Biassoni, Cavandoli e tanti altri coglieste l'occasione di quel minuto e mezzo per fare tante piccole serie con tanti piccoli personaggi spesso piacevolissimi. Tu e Paul faceste Toto e Tata, Angelino, Pupa e Bob Bob, il Merendero e non so piu quanti altri. Per una quindicina d'anni foste tra i piu fertili e ricchi produttori italiani d'animazione.

Poi la Paul si sfasciò e tu andasti a Roma per coordinare, per la Corona Cinematografica, il progetto delle Favole d'Europa: oltre 40 cortometraggi, ognuno un racconto tradizionale per bambini di un Paese d'Europa, realizzato da un cineaste del Paese stesso in co-produzione con l'Italia. Nel 1976 mori Ezio Gagliardo, capo e anima della Corona, e tuo interlocutore diretto. Tu lasciasti la società ma rimanesti a Roma, fondando la Cineteam con il produttore Aldo Raparelli e il pittore-animatore Manfredo Manfredi.

Infine arrivò il maledetto melanoma. Tu mi avevi sempre detto, scherzando ma non troppo: "Malattie? Se so che qualcuno si ammala non lo vado a trovare, non gil telefono, non gli scrivo. Cambio città!; oppure: "Morire? E'solo una probabilità, basata sul fatto, incontestabile, che finora tutti gli umani sono morti. Ma io posso benissimo essere l'eccezione."

Giocavi a fare il codardo, o piuttosto eri troppo ironico per mostrare che eri coraggioso. Ma da giovane avevi praticato la scherma, e nel 1952 eri stato a un passo dall'essere selezionato per le Olimpiadi di Helsinki. Eri, intrinsecamente, un combattente. La morte non ha mai trovato un avversario più duro di te da piegare. Non rinunciavi a venire ai festival, partecipavi ai convegni, scherzavi ed eri (non sembravi) sereno. Nei periodi in cui soggiornavi in ospedale facevi proselitismo a favore dell'animazione presso medici e intermieri, e ogni volta che la tua cartella di radiografie era pronta, te la porgevano ridendo: "Ecco il suo story-board, dottore".

Avevi scritto e sceneggiato film pubblicitari, premiastissimi ma presto introvabili e dispersi. Delle Favole d'Europa eri stato una sorta di supervisore artistico itinerante, dai molti consigli ma dalla scarsa impronta come creatore singolo. Metamorpheus (1970), il cortometraggio per il quale collaborasti con il céco Jiri Brdecka e che fu un potente, emozionante inno alla liberta dell'arte, non viene proiettato da decenni. Nessun festival proietta nemmeno i 14 minifilm di un minuto che realizzasti con Paul Campani, 4 nei 1966 e 10 nel 1973: aforismi, gag, lampi lirici o sarcastici. Brillanti, eccellenti. E dimenticati.

 

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