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Animatori Indipendenti Italiani

La situazione in cui si trova il cinema di animazione in Italia, come forse anche in altri paesi, difficile e complicata per gli autori indipendenti che relizzano cortometraggi

La situazione in cui si trova il cinema di animazione in Italia, come forse anche in altri paesi, è difficile e complicata per gli autori indipendenti che relizzano cortometraggi. E' sempre il vecchio problema della scarsa visibilità che le opere di questi artisti hanno. Da questo ne consegue la difficoltà di poter sapere chi e quanti siano con precisione gli animatori indipendenti italiani. In passato, come attualmente, sono stati fatti sforzi non indifferenti per risolvere o alleviare questa situazione, che si può quantomeno definire dolorosa. La creazione di una struttura di aiuto come ASIFA Italia a Torino, con tutte le difficoltà in cui si dibatte, non ultime quelle economiche, funziona come strumento di informazione per gli associati (la più parte dei quali sono gli stessi autori), nonché come punto di riferimento, anche fisico, per il reperimento di materiali da visionare o da consultare. Non esistono altre strutture funzionanti a livello nazionale, anche se spesso si incontrano ambiti organizzati a livello locale che possono essere utili per la creazione e per una maggiore circuitazione delle opere stesse: le rassegne specializzate o anche i festival di cortometraggi che ospitano spesso al loro interno film di animazione, oppure associazioni di artisti che tentano, attraverso la autoproduzione collettiva, di rendersi visibili senza ridursi ad una forma di sterile autorappresentazione.(1)Ma la vita artistica della maggior parte degli indipendenti è solitaria, a parte pochi casi in cui l'attività produttiva si divide fra progetti personali e collaborazioni a serie televisive, a videoclips musicali o pubblicità e sigle televisive e cinematografiche.(2) Fra i giovani autori dell'animazione italiana possiamo citare tre esempi che ben testimoniano questo stato di cose.

Amore Asimmetrico (1990) di Ursula Ferrara. © Ursula Ferrara.

Amore Asimmetrico (1990) di Ursula Ferrara. © Ursula Ferrara.

Ursula Ferrara

Ursula Ferrara, nata a Pisa nel 1961, ha realizzato, dal 1984 ad oggi, cinque cortometraggi la cui durata totale non supera i quindici minuti. Ma il suo è un percorso originale e dai risultati di grande interesse.

Alcuni dei suoi film sono stati presentati con successo in concorso in molti festival internazionali di cinema: Congiuntivo Futuro ha vinto il Silver Award of the Art Director's Club di New York nel 1990, Amore Asimmetrico il Silver Ribbon nel 1991, e il recente Quasi Niente si è guadagnato il premio come miglior cortometraggio d'autore italiano alla recente edizione di Cartoombria a Perugia. La carriera di Ursula Ferrara inizia quasi per caso, complice l'incontro a Parigi con la mostra Portrait d'un studio d'animation che presentava il lavoro dello Studio Francese di animazione del National Film Board of Canada nel 1984. Impressionata dal lavoro preparatorio di Viviane Elnécavé alle prese con il suo film Luna,Luna,Luna, l'autrice inizia a lavorare a Lucidi Folli (1986), film che si caratterizza per il forte tratto nero e per le continue metamorfosi dei disegni. Inconsciamente Ursula Ferrara si trova a ripercorrere le tecniche utilizzate dai primi realizzatori della storia del cinema d'animazione, come Emile Cohl, che nel 1908 realizzava, quasi con lo stesso metodo, il suo Fantasmagorie. Nei successivi Congiuntivo Futuro (1988) e Amore Asimmetrico (1990), l'autrice sembra essere ancora alla ricerca di uno stile personale. Come da lei stesso dichiarato, si tratta di veri e propri esercizi. Soprattutto in Amore Asimmetrico risultano evidenti le influenze dell'arte visiva contemporanea, da Picasso al Cubismo.

Come Persone (1995) di Ursula Ferrara. © Ursula Ferrara.

Come Persone (1995) di Ursula Ferrara. © Ursula Ferrara.

Ancora realizzati a matita, questi film sono il preludio al successivo Come Persone (1995), ultima realizzazione in bianco e nero, vero e proprio piccolo capolavoro nel panorama italiano del disegno animato. Una successione frenetica di immagini che narrano tante microsituazioni di umanità in movimento (quarantasei!) in circa novanta secondi di durata. Realizzato come una folle carrellata di un cameraman impazzito, il film si fa apprezzare per la qualità del ritmo, la raggiunta unità stilistica del tratto, che senza più riferimenti precisi si dimostra di grande originalità e raffinatezza, ed anche per la indovinata scelta della musica, una indiavolata trascrizione per violino del Recuerdo de Alhambra di F. Tarrega, eseguita da Vincenzo Bolognese. Il passo successivo è il colore. Per Quasi Niente (1997) Ursula Ferrara utilizza il colore a olio, non più su carta ma su acetato. Si tratta di un vero e proprio esempio di pittura in movimento. Per la prima volta, inoltre, l'autrice sembra avere seguito una idea di sceneggiatura ed il film narra semplicemente una prima colazione domenicale di una giovane famiglia, con interessanti momenti in cui, attraverso passaggi virtuosistici nel movimento animato, si entra nei ricordi di ciascuno dei personaggi. Colonna sonora originale, con utilizzo intelligente dei suoni d'ambiente, e grande capacità di realizzare cambiamenti di prospettiva testimoniano della continua crescita dell'autrice toscana, già alle prese con il suo successivo film, sempre a colori. Alberto D'Amico L'esempio di Alberto D'Amico, nato a Roma nel 1962, è di fatto molto differente. Al contrario di Ursula Ferrara, D'Amico ha studiato animazione, al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove attualmente insegna, ed il suo lavoro si caratterizza per una maggiore prolificità, con tempi di realizzazione molto rapidi, e l'utilizzo di quasi tutte le tecniche d'animazione, frutto di anni di studio e sperimentazione. La filmografia di Alberto D'Amico, dal 1987 ad oggi, comprende già una ventina di cortometraggi, spesso realizzati in collaborazione con altri artisti visivi, pittori, poeti o musicisti. Oltre a lavori di grande interesse formale, tre cortometraggi, molto diversi tra loro, sono particolarmente degni di nota. Le statue si amano (1988), secondo film di D'Amico, dopo il saggio di fine studi Tre Scherzi per Viola (1987), è realizzato in Video 8 con animazione di oggetti (Stop-Motion), qui applicata a due teste di statue (realizzazione dello scultore Stefano D'Amico, padre dell'autore) e a diversi tipi di frutta. L'aspetto interessante non è legato principalmente alla tecnica (il film presenta anche alcuni evidenti difetti), ma al perfetto connubio fra il testo di Roberto Gigliucci e le immagini. Le due componenti prese singolarmente sarebbero, sommate, meno interessanti del risultato che si attua attraverso la sinergia fra testo/parola e testo/immagine. L'impossibilità di contatto fisico fra le due statue è spunto per una trattazione altamente poetica, sull'amore. Una metafora della condizione umana attraverso la mitologia e il classicismo formale dell'arte plastica e il naturalismo della frutta: rappresentazione della infecondità e della fecondità. Pettini o Forchette? (1994) parte dal modulo dell'artista contemporaneo G. Capogrossi, per una serie di innumerevoli variazioni su tema, applicandosi in varie tecniche, dal disegno su carta o su acetato, alla pittura su pellicola. Di estremo interesse la colonna sonora originale di Fabrizio de Rossi e Lucio Gregoretti. Composta a partire dallo story-board del film, la musica è servita come cadenza ritmica per il montaggio definitivo delle immagini. (3) Tenga duro Signorina (1998) è stato realizzato come sequenza di apertura per il lungometraggio Femminile Singolare di Claudio del Punta, ed è ispirato alla parte iniziale del famoso testo di Raymond Queneau Les Oevres complètes de Sally Mara. Lavorato con una tecnica mista che comprende l'animazione di fotografie oltre all'animazione di disegni originali di Leonora del Punta.

La valenza tecnica, i precisi riferimenti culturali alla letteratura, alle arti visive e alla musica, la qualità delle collaborazioni con altri artisti attivi in diversi campi, fanno di Alberto D'Amico un artista polivalente nel cinema d'animazione. Ben inserito nell'ambiente culturale di Roma, i suoi film hanno partecipato a molteplici festival di cinema fra cui La Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, sono inoltre stati presentati, con uno speciale interamente a lui dedicato, alla RAI radio-televisione italiana.

Short Splatter Collection (1995) di Saul Saguatti.© Saul Saguatti.

Short Splatter Collection (1995) di Saul Saguatti.© Saul Saguatti.

Saul Saguatti

Un altro caso è quello di Saul Saguatti, nato vicino a Bologna nel 1966. Inizia a occuparsi di animazione e video fin da giovanissimo, realizzando un primo lavoro di animazioni grafiche per la televisione a diciannove anni, nel 1985. Da qualche anno, oltre a lavori personali, è promotore di una struttura collettiva che produce principalmente su commissione, in particolare per videoclips musicali. Nella sua svariata produzione, particolarmente interessante è una serie di sei corti raccolti sotto l'unico titolo di Short Splatter Collection (1995). I primi tre frammenti (The Giant Communist Ant; Robo-Pope; The Atomik Maguma) sono realizzati disegnando direttamente sulla pellicola trasparente con una tecnica simile a quella utilizzata da Vincenzo Gioanola e sono carichi di una geniale vena ironica e dissacrante; gli altri, sempre realizzati su pellicola, utilizzano brevi frammenti sia sonori che visivi, tratti da film interpretati dalla coppia di comici italiani Ciccio e Franco. Attori famosi in Italia a cavallo fra gli anni sessanta e settanta, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia interpretarono una innumerevole serie di B-movies, rifacimenti in chiave comico-surreale di altrettanti film di successo mondiale realizzati nel medesimo periodo. In questi casi la pellicola viene trattata da Saul Saguatti, oltre che coi colori, anche trasformando, graffiando e rimontando spezzoni delle pellicole originali, in una frenetica parodia della parodia.

Attualmente l'autore sta lavorando alla produzione di un cortometraggio sperimentale, astratto, realizzato rielaborando manualmente al computer il campionamento di alcuni frammenti di pellicola, una sorta di incisione su pellicola digitalizzata al computer.

Altri...

Oltre a questi autori, che dimostrano come sia possibile, in modi del tutto differenti, seguire la strada della sperimentazione animata, altri giovani artisti si sono avvicinati o si stanno avvicinando a questa forma di cinema. Da citare Flavia Ruotolo, attualmente alle prese con il suo secondo cortometraggio, che con l'opera prima Chemical Marriage dimostra la sua passione per Norman McLaren e il cinema astratto; Sara Fabbri, che conVetri e Chiodi ha realizzato due pregevoli piccoli film disegnati a matita su carta, e Sandra Sisofo, giovane pittrice, recentemente impegnata su due film interamente realizzati lavorando su pellicola di 35 mm. Ci si augura che questi artisti possano continuare a realizzare con successo i loro film e che il cinema d'animazione d'autore riesca ancora di più a trovare spazi differenti, che non siano soltanto i pochi festival specializzati, in modo che l'animazione esca da una forma di ghetto al di fuori della quale sembrano esistere solo le grandi produzioni di serie televisive e di lungometraggi natalizi, da troppi decenni, con rare eccezioni, sempre uguali a se stesse.

(1) Interessante a questo proposito è il tentativo di un gruppo di filmakers di Bologna, non solo legati all'animazione, che, all'interno del Link Project, stanno creando una struttura di produzione e di programmazione video-cinematografica che raccoglie anche alcuni animatori che operano in città. (2) Negli ultimi anni, complici le nuove tecnologie digitali, ci si trova di fronte ad un ritorno massiccio dell'animazione nelle pubblicità e nelle sigle in televisione, un po' come avvenne negli anni '50 e '60. (3) Alberto D'Amico collabora frequentemente con musicisti dell'area romana. Un suo recente cortometraggio, completamente realizzato su pellicola, è stato musicato attraverso una improvvisazione dal vivo durante la proiezione.

Andrea Martignoni, musicista e studioso italiano,si occupa dei molteplici aspetti del rapporto suono-musica-immagine nel cinema d'animazione.

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